ITINERARI ARTISTICI
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Cappella Palatina
Cappella Palatina | Cattedrale di Palermo | Cattedrale di Cefalù | Castello della Cuba
San Giovanni degli Eremiti | San Giovanni dei Lebbrosi | Santa Maria dell’Ammiraglio | Cattedrale di Monreale
Palazzo dei Normanni | Ponte dell’Ammiraglio | Chiesa di San Cataldo | Castello della Zisa
PALERMO: 51° SITO UNESCO |
L’Italia conta ben 55 siti inseriti dall’Unesco nella lista della World Heritage List, con la Cina anch’essa con 55, dalla Spagna con 48 e dalla Germania con 46 e Francia con 45 siti. Lo scopo di tale convenzione è di identificare, secondo precisi criteri, aree, siti e luoghi di particolare importanza sotto l’aspetto culturale, artistico e archeologico. Palermo è il 51° sito Patrimonio dell’Umanità col suo l’itinerario Arabo Normanno. Questo stile originale rappresenta in maniera esclusiva Palermo, Cefalù e Monreale e si caratterizza per l’unione di due mondi opposti: quello arabo – musulmano e quello normanno – cattolico. La collaborazione di pregiati artisti in oltre 2 secoli di dominazione araba, dall’827 alla fine del XI secolo, rese la città una tra le più ricche ed importanti dell’epoca con la costruzione di splendidi palazzi, moschee, minareti, e giardini riccamente fioriti. I Normanni decidevano di emulare il grande sfarzo degli arabi e riconoscere alle maestranze musulmane una notevole bravura. Questo particolare mix da luogo ad uno stile presente e ben conservato dopo circa 1000 anni.
PALERMO: PERCORSO ARABO – NORMANNO |
Ogni dominazione ha sempre lasciato concrete tracce valutabili in relazione al potere politico imposto e alla qualità dei servizi culturali concessi. Naturalmente ci riferiamo ad impronte positive e in questa breve trattazione parleremo della dominazione araba normanna in terra di Sicilia e in particolare sul territorio palermitano, dove elementi architettonici sono ancora oggi parte integrante del patrimonio cittadino, senza trascurare I tesori incastonati nel duomo di Monreale, cittadina ad un passo del capoluogo siciliano. E’ un itinerario tracciato e percorribile seguendo i relativi link con le sue informazioni estese. Un percorso interessante con le sue meraviglie architettoniche di rara bellezza consegnate ad una Palermo attenta alla conservazione di un immenso patrimonio da tramandare alle future generazioni. Gli antichi viaggiatori trovavano una città popolata da innumerevoli moschee, splendidi palazzi, mercati multicolori e giardini profumati di limoni, aranci e gelsomini. L’avvento dei Normanni fece declinare la cultura architettonica araba ma parte notevole di quest’ultima è ancora oggi presente in larghi agglomerati del centro storico cittadino. Un itinerario alla scoperta dei principali monumenti della Palermo arabo-normanna permette di cogliere gli intrecci che attraversano le diverse epoche in una perfetta fusione storica e artistica. Esempi ricorrenti vedono edifici religiosi edificati tra il V e il VI secolo e destinati al culto cattolico, convertiti in moschee durante la dominazione arabae riportati con la dominazione normanna allo spirito cattolico. Le tappe interessano la Cattedrale con le sue torri gugliate che conserva la sua struttura originaria nonostante le numerose trasformazioni avvenute nei secoli. Occorre dedicare del tempo per un’attenta ricognizione al Palazzo dei Normanni (palazzo reale) costruito su resti punici e romani, da sempre la sede del potere palermitano e siciliano, dagli Emiri all’odierna Assemblea Regionale Siciliana.Al suo interno la meravigliosa Cappella Palatina e le sale di Ruggero, sala Gialla, Rossa, del Duca Montalto. Altra tappa è San Giovanni degli Eremiti costruita dal re normanno Ruggero II e famosa per le sue cupole rosse tipiche dell’arte araba-fatimita. Le cupole rotonde (il cielo) su torri quadrate (la terra), rappresentano probabilmente il luogo simbolo di Palermo. Un altro percorso ci porta alla Zisa, nome che deriva probabilmente da al-Aziz (che in lingua araba significa nobile, glorioso, magnifico) nelle cui sale sono esposti alcuni significativi manufatti di matrice artistica islamica provenienti da paesi del bacino del Mediterraneo. Altro edificio da visitare in questo percorso tematico è la Basilica della Magione fondata nel 1191 dal cancelliere del regno Normanno ed annessa alla contigua abbazia cistercense; fu l’ultima delle chiese edificate durante la dinastia normanna degli Altavilla: Tancredi vi seppellଠil figlio Ruggero e lui stesso volle essere sepolto nella Basilica. Il nostro viaggio continua con l’accesso alla Chiesa della Martorana, S.Maria dell’Ammiraglio, definita dal viaggiatore arabo Ibn Giubair Il monumento più bello del mondo . Fondata nel 1143 da Giorgio d’Antiochia, ammiraglio di Ruggero II, deve il suo sopranome per essere stata ceduta, in età aragonese, al monastero fondato da Eloisa Martorana. Altra sosta in questo percorso cittadino è obbligata dalla visita alla Cuba, un padiglione di delizie, in origine all’interno di uno dei Sollazzi Regi dei re normanni di Sicilia. Fuori città , il duomo di Monreale Monreale, fondato da Guglielmo II nel 1174, capolavoro architettonico dell’età normanna, nel quale espressioni della cultura islamica, bizantina e romanica concorrono a realizzare una delle più alte creazioni del Medioevo italiano
CAPPELLA PALATINA |
La Cappella Palatina, incastonata all’interno del Palazzo Reale, fu edificata a partire dall’anno di incoronazione a primo re di Sicilia di Ruggero II nel 1130. Il periodo di costruzione durò 13 anni. Vi si fondono insieme le espressioni architettoniche più importanti della Sicilia: l’europeo, il siciliano, il bizantino, l’arabo. La cappella ha la forma di basilica a tre navate sorrette da colonne di granito con capitelli corinzi riccamente decorati. I mosaici, gusto bizantino, sono tra i piu’ belli esistenti. Di particolare bellezza il Cristo Pantocratore della cupola, gli angeli che lo circondano, gli Evangelisti assorti nei loro studi, che sono i mosaici piu’ antichi. Fu consacrata nel 1140 e dedicata ai santi Pietro e Paolo da Ruggero II (si dice palatina una chiesa o una cappella riservata ad un regnante e alla sua famiglia. Il termine latino palatinus deriva infatti da palatium, “palazzo imperiale”; nel medioevo l’aggettivo ha preso il significato di “appartenente al palazzo La Cappella è stata definita un vero miracolo d’armonia spaziale e decorativa, quest’ultima frutto di una felice fusione tra impianto centrale bizantino (presbiterio) e schema basilicale latino (navata). La decorazione a mosaico fu ispirata nei temi da Ruggero II e, in un magico connubio di stili e capacità tecniche, in essa convivono esperienze culturali differenti comprese quelle in purissimo stile islamico, quali il soffitto ligneo a lacunari, elementi realizzati in differenti materiali che ornano i soffitti e muqarnas, o la serie di vivacissimi dipinti (del quarto decennio del XII secolo), raffiguranti i piaceri della vita di corte e gli svaghi del principe (giocatori di scacchi, danzatrici, dromedari e bevitori) che costituiscono il più vasto ciclo pittorico islamico pervenutoci. è un universo profano e gioioso che convive, artisticamente parlando, con le immagini sacre e dottrinali del grandioso complesso musivo. Ecco come Augusto Schneegans (in La Sicilia nella natura, nella storia e nella vita, 1890): “Tutto è diverso nel castello reale, dove il custode conduce i visitatori con una specie di timore religioso fino alla porta della Cappella Palatina. Quivi giunto, apre con solennità la cappella avvolta in una oscurità mistica, e poi si ritira silenzioso, come se nessun profano dovesse mettere piede sul sacro suolo. Ed infatti questa cappella meravigliosa pare che sia una cosa sacra. Vi entriamo come in un regno di favole, trasferito qui dall’Oriente: l’oscurità crepuscolare di quei corridoi con alte colonne è inondata dal dolce e carezzevole splendore del sole; le mura scintillano come di oro e splende dalle cupole una luce dorata. I santi e il grande Cristo bizantino guardano meravigliati il forestiero che ardisce mettere il piede in questa soglia consacrata. Con un sordo rumore la porta si chiude dietro di noi; una tranquillità ed un silenzio divini ci circondano; rimaniamo sbalorditi e guardiamo attorno come ammaliati. All’altare maggiore celebra un sacerdote coi capelli argentei e con un rosso e ondeggiante indumento, negli alti stalli seggono altre figure venerabili; grandi volumi di pergamena stanno aperti sui leggii di quercia le cui pagine giallastre sono via via voltate dai cantori. Un raggio di sole colorito, attraverso le dipinte vetrate del soffitto, scherza sopra gli abiti sacerdotali gallonati d’oro e scintilla sui vecchi guarnimenti d’argento dei libri corali. Lento e con modulazione uniforme, risuona il canto dei preti per le gallerie; dalla profondità del coro rispondono le voci argentine dei chierici: si sente il suono fine e chiaro del campanellino tra il ronzio ed il canto: a quel suono le teste canute s’inchinano e le ginocchia si piegano. Sebbene il forestiero non sia entrato come un credente, in questa cappella, pure in mezzo a quell’atmosfera piena di misticismo, china anch’egli il capo e piega le ginocchia come un credente. Solamente, dopo che quel primo sentimento di stupore si è dileguato, guarda attorno e rimane come estatico; poichè in nessun altro luogo ha mai veduta cosa più bella. In quel recinto angusto, ma alto, arioso e illuminato dal sole, egli si trova in mezzo all’opera più perfetta che l’arte cristiana abbia mai prodotta. Svelte colonne sostengono sugli ampii capitelli gli archi acuti normanni, alquanto più larghi dei saraceni; più grossi della colonna e del capitello s’innalzano i pilastri e piegandosi leggermente con lento slancio ed elegante, s’uniscono da ambedue le parti nella pietra di chiusura, terminando in punta, ma rotondeggiata artisticamente. Poche colonne sostengono l’alta volta della piccola cappella; perchè questa casa di Dio è veramente una miniatura, un prezioso cofanetto di scintillanti gioielli! Dal pavimento fino al soffitto; dalle colonne, dai muri, dagli altari, dai confessionali fin sotto alla gradinata che conduce nel coro, fin negli angoli più remoti dei corridoi laterali avvolti nell’oscurità , tutto ride e risplende di mosaici. I fatti della storia sacra vi sono dipinti in figure vive; sulle colonne stanno gli apostoli e i santi nella loro attitudine ieratica; nelle pareti è rappresentata la storia del vecchio e del nuovo Testamento; cori d’angioli volano intorno all’eccelsa cupola colle finestre traforate, dalla quale scende la chiara e dolce luce del sole, meravigliosamente smorzata e come disciolta in un morbido ondeggiamento. E su in alto, occupando tutta la volta della cupola, sta la colossale la colossale mezza figura del Salvatore in una quiete solenne, colla destra alzata in atto di benedire, col sacro volume nella sinistra, con la chioma lunga e ondulata, con la barba bionda: ha tre grandi raggi attorno al capo e i suoi grandi occhi guardano così intensamente, da sembrare che ne esca una vita celeste che empie ed avviva di una luce misteriosa la semioscurità di quel santuario”. |
distanza in KM dalla Cappella Palatina |
Cattedrale di Palermo KM 0,300 |
Cattedrale di Cefalù KM 71 c.a. |
Castello della Cuba KM 1,500 |
San Giovanni degli Eremiti KM 0,400 |
San Giovanni dei Lebbrosi KM 3 |
Santa Maria dell’Ammiraglio KM 1 |
Cattedrale di Monreale KM 8,5 c.a. |
Palazzo dei Normanni KM 0 |
Ponte dell’Ammiraglio KM 3,300 |
Chiesa di San Cataldo KM 0,950 |
La Zisa KM 1,700 |
INGRESSI |
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NEI PRESSI DELLA CAPPELLA PALATINA
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